Il fatto che, già nel 2023, sia partito un moto di abbassamento dei tassi lungo le scadenze da un anno in su, è riscontrabile nella curva USA:
come in Europa:
perciò, molto candidamente, io credo che l’occasione di comprare obbligazioni con un rapporto rischio/rendimento ragionevole si stia chiudendo.
Infatti, la direzione in cui stiamo andando è quella dell’appiattimento della curva:
quando la Fed inizierà a tagliare i tassi (cosa che sta diventando anche una questione politica, si vedano le Notizie Flash) anche le scadenze sotto i 12 mesi verranno spinte al ribasso.
Però una cosa è certa, solo una politica realmente espansiva può spingere lo spread 10y-3m in area positiva:
e cioè in quella condizione ideale in cui i tassi brevi scendono coerentemente ai tagli della Fed, mentre i tassi lunghi possono essere inferiori ai livelli attuali ma abbastanza alti da inglobare una sana attesa inflazionistica. Finché non si verifica questa condizione, i mercati azionari sono a rischio.
Certo, il mercato americano ormai vive nella sua bolla e non si cura più di tanto dell’andamento della curva:
però la sopravvalutazione c’è e può venire a chiedere il conto in ogni momento e in maniera brutale… Tra l’altro, questi mesi pre-elettorali offrono un contesto perfetto per una discesa importante.
Ma in questo preciso momento mi preoccupano di più i mercati europei:
l’azionario è in distribuzione e l’obbligazionario in accumulazione… con la Bce fuori dai giochi è chiaro che quello che esce da un mercato entra nell’altro:
quando l’indicatore rosso inizierà a scendere, il mercato azionario europeo andrà con lui.
In conclusione, la mia strategia operativa non è mai stata così semplice: fino al primo trimestre del 2024 ho costruito il portafoglio obbligazionario e ora sto accumulando posizioni su vix e su etf bear (ma qualsiasi prodotto che scommetta sul ribasso azionario europeo va bene). E aspetto.