Come mostrato nella valutazione di Unicredit (vedi report di ieri) anche Intesa San Paolo, nel 2023, riporta un ROE (Return On Equity) di tutto rispetto:
dopo gli anni difficilissimi della crisi del debito (poi diventata crisi del sistema bancario) e la gestione fiacca degli anni degli interessi bassi, nel 2023 la banca segna un utile netto di quasi 8 miliardi di euro e il Roe vola al 12%.
Degli 8 miliardi di utili, 4 miliardi se ne vanno in dividendi e acconti su dividendi, circa 2 miliardi in buyback… perciò anche qui vediamo che il reinvestimento degli utili in ottica della sostenibilità operativa di lungo termine non è certo la prerogativa dell’azienda.
La mentalità è piuttosto quella di arraffare tutto quello che offrono questi anni buoni e ai problemi di domani ci penserà qualcun altro.
Passiamo al Fair Value fondamentale:
anche per Intesa San Paolo, nonostante le buone stime per i risultati del 2024 siamo in zona di Sell… possiamo provare ad auspicare un raggiungimento dei 4 euro… ma rendiamoci conto che stiamo camminando su un terreno molto instabile…
Mediobanca mi sembra l’unico titolo che si sta riavvicinando concretamente ai massimi del 2007:
ma qui stiamo parlando di una banca molto più piccola e controllata: utile netto nel 2024 intorno a 1 miliardo e mezzi propri 12,5 miliardi. Il ROE medio viaggia intorno all’8% e nell’ultimo bilancio disponibile (quello di giugno 2023) non si rilevano particolari movimenti di capitale e l’utile è rimasto in azienda.
Infatti non è un caso che il titolo Mediobanca sia uno dei meno volatili del settore bancario e più che dalle storture del settore è condizionato dall’andamento dell’indice di bandiera:
al cui andamento è molto correlato.
Ciò detto, il titolo risulta molto sopravvalutato:
con un Fair Value di 10 euro, oggi risulta sopravvalutato del 40%… e non sorprende che anche l’indice Mib:
viaggi sugli stessi livelli di sopravvalutazione.