Questa settimana finalmente la Bce ci rivelerà le sue intenzioni di politica monetaria, per come si stanno muovendo i mercati nell’ultimo mese, l’incertezza regna sovrana e paralizza le negoziazioni.
Notiamo infatti che i flussi in ingresso nella Borsa italiana si sono quantomeno interrotti:
perciò è necessario uno stimolo esterno che faccia ripartire la giostra, e probabilmente il taglio dei tassi è proprio lo sprone atteso dai mercati.
Nel report di venerdì abbiamo osservato che l’aumento dell’inflazione e la diminuzione della disoccupazione costringeranno al Bce a rallentare o a rimandare il taglio dei tassi.
Allo stesso tempo però, i dati economici del 2023 indicano una forte contrazione della crescita dell’anno 2023:
ma c’è da dire che, nonostante la politica restrittiva e la congiuntura sfavorevole, il primo trimestre del 2024 sta dando segnali di ripresa:
perciò io credo che le aspettative degli analisti Bloomberg di un taglio di 25 pb a giugno si stanno dissolvendo giorno per giorno.
Intanto i mercati hanno già dato prova di un primo assaggio della realtà nella brusca inversione sulla resistenza:
e nel declino dei prezzi del decennale tedesco:
mentre, l’andamento dei tassi brevi (Euribor 3 mesi):
mi fa pensare che essi abbiano già scontato un primo taglio dei tassi, perciò non so se prenderebbero bene un procrastinamento della Lagarde…
Mi rendo conto che, stando così le cose, non c’è molto da aggiungere e fino a giovedì sarà tutto una noia mortale. Tuttavia si fa sempre più preponderante in me la convinzione che la Bce taglierà i tassi solo dopo la caduta dell’azionario:
e quindi dobbiamo attendere il completamento della figura di massimo (con possibile ritorno tecnico sui 36.000 punti) e poi la rottura della stessa e del mark-down. Se tale ribasso si dimostrerà abbastanza violento e impattante allora la Bce non avrà più scelta e dovrà ascoltare le rimostranze dei mercati.